The Great Gatsby in 3D di Baz Luhrmann


1925, The Great Gatsby, da molti considerato il capolavoro di Fitzgerald è la perfetta rappresentazione della società materialistica americana di quegli anni, con i suoi egoismi e la sua ostentata opulenza.

Gli Anni Venti, la favolosa età del Jazz, che ha il suo luogo deputato nella sala da ballo, dove la musica copre la vanità delle parole e il flusso di discorsi superficiali e forzatamente allegri. Dietro le quinte, intanto, covano grandi passioni capaci di scatenarsi con il colpo violento della tragedia.

The Great Gatsby è una creazione di Nick, prodotto di un’attività di ricostruzione e decostruzione. Ricostruzione in quanto raccolta di informazioni, per quanto contraddittorie esse siano, e decostruzione perché la scoperta del vero Gatsby è il prodotto di un duplice processo, non solo di addizione, ma anche di sottrazione: dei wild rumors e delle false informazioni fornite da Gatsby stesso a Nick, che amplifica, fra tutti gli attributi di Gatsby, la sua capacità di sognare – quale che sia l’inconsistenza dell’oggetto del suo desiderio.

Asse portante della storia è il desiderio di riprodurre il passato, nonché il sogno di Gatsby. Tutti i personaggi del romanzo cercano, ossessionati, di sconfiggere, rimuovere, esorcizzare il tempo.

Il tempo tende a figurare soprattutto come assenza. L’oggi tende a configurarsi soltanto come attesa e promessa o come ricordo. Una presenza che, altrove,viene segnalata come ancor più esigua e precaria: è la mezz’ora che, dopo cinque anni, giustifica il sogno di Gatsby e ne avvia la dissoluzione.

Il sogno gigantesco di Gatsby è una banale riduzione dell’idealismo americano. La sua meta non è creare un agiato futuro, ma ripetere un passato mitizzato; raggiungere una sicurezza com’è intesa nel modo convenzionale, non importa quanto essa sia corrotta; non stabilire un nuovo ordine sociale, ma far parte di uno così vuoto e triviale che il comportamento anche delle persone più esclusive sembri parodistico, ed è ripetuto sui livelli più bassi della società in forme sempre più grottesche.

Solo con l’approvazione artistica del narratore attraverso l’intuitiva apprensione della sua identità inespressa, lui diventerà The Great Gatsby a misura di uno standard che non era capace di immaginare.

La debolezza dei discorsi di Gatsby riflette la debolezza della sua identità sociale. Il reale carattere di Gatsby elude le espressioni verbali. Il suo straordinario sorriso, le sue pose emblematiche di brama per Daisy, la mal diretta magnificenza della sua vita, tutto parla più eloquentemente dei suoi discorsi artificiali. Gatsby non parla mai direttamente del sogno di conquistare la golden girl, ma tutto è trasposto nell’elegante idioma di Nick, sicuramente lontano da ogni parola che Gatsby possa concepire.

Alla fine della quest, nessuna trasformazione significativa sembra essersi prodotta. Gatsby è tornato al nulla da cui proveniva, “ Mr. Nobody from Nowhere

The Great Gatsby si assume così una funzione critica nei confronti di un mito fondante della cultura americana identificando il paradosso costitutivo intrinseco all’utopia di poter ricominciare da capo e da zero:

« A second chance – that’s the delusion – There never was to be but one ».

Questo spiega il ritorno di Nick al West: torna perché sa che non esiste via di scampo, che ogni movimento è illusorio, dove ogni start anew è fatalmente un tornare indietro.

Il fascino del romanzo è evergreen.

Lo dimostrano le numerose versioni cinematografiche tra cui la più famosa è quella del 1974, diretta da Jack Clayton e sceneggiata da Francis Ford Coppola, con protagonisti Robert Redford e Mia Farrow, premiata con due Oscar, per i costumi di Theoni V. Aldredge e per le musiche.

Per quest’anno è attesa quella di Baz Luhrmann, il tanto atteso trailer de Il Grande Gatsby è stato appena rilasciato : un’altra sfida per Leonardo DiCaprio firmata Baz Luhrmann. Il film sarà nelle sale italiane dal 18 Gennaio 2013.

Ruoli/Interpreti:
Leonardo Di Caprio/Jay Gatsby
Carey Mulligan/Daisy Buchanan
Tobey Maguire/Nick Carraway
Isla Fisher/Myrtle Wilson
Joel Edgerton/Tom Buchanan
Gemma Ward/Catherine
Callan McAuliffe/Jay Gatsby da giovane
Amitabh Bachchan/Meyer Wolfsheim
Jason Clarke/George Wilson
Daniel Newman/Jeffery Wilson
Jack Thompson/Jacek Koman

Sceneggiato da Luhrmann in collaborazione con Craig Pearce, il film è stato girato in Australia, sebbene inizialmente le riprese avrebbero dovuto svolgersi a New York, città nella quale la vicenda del romanzo è ambientata. Esordiranno in una produzione hollywoodiana la star di Bollywood Amitabh Bachchan (uno dei più importanti ed influenti attori nella storia del cinema indiano) ed il famoso cantautore australiano Brendan Maclean. La parte di Daisy Buchanan è stata affidata all’astro nascente Carey Mulligan.

Il trailer pulsa al ritmo di Jay-Z e Kanye West No Church in the Wild“.

FOTOGRAFIA: Simon Duggan
MONTAGGIO: Jason Ballantine
PRODUZIONE: Bazmark Films, Red Wagon Productions
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
PAESE: Australia, USA 2012

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