Non esiste un vaccino contro il virus del gossip. Il virus del gossip è endemico e la sua propagazione è epidemica […]. Considerando infatti che siamo tutti indistintamente portatori sani del virus del gossip e che le voci circolano anche tra le persone che non si conoscono, le possibilità di contagio sono davvero elevate.
Fenomenologia del Gossip – Chiara Sorrentino
Di gossip di parlava già nella Bibbia. E’ una pratica comunicativa collettiva e sistematica che coinvolge l’intero corpo sociale. La connessione tra pubblicità e tv ha condotto alla scelta di contenuti che riflettono gusti pop: sensazionalismo, storie personali, scandalo, pettegolezzo. Questa tendenza ha raggiunto la sua apoteosi voyeristica ai tempi dei social arrivando ad influire sui criteri di notiziabilità dei giornali e telegiornali.
Lungi dall’essere fenomeni morbosi, patologici, le apparenze sono quindi le condizioni fisiologiche della socialità – se non della vita stessa – Hannah Arendt
La funzione sociale del Gossip
Lo studio pubblicato on-line nel numero di Gennaio della rivista Journal of Personality and Social Psychology afferma che il pettegolezzo può anche avere una funzione terapeutica, o più d’una:
- Parlare degli altri eleva il senso di sè e agisce da antidepressivo naturale
- Parlare di personaggi ricchi e famosi dà l’illusione di sentirsi meno lontani da loro, riducendo gli effetti svalutanti del confronto chiaramente impari
- Nei casi di gossip reiteratamente distruttivo può essere frutto di una proiezione dei propri sentimenti e stati negativi su qualcun altro, con la sensazione illusoria di poterli gestire
- Favorisce lo strutturarsi di un legame sociale attraverso la condivisione di interessi e informazioni
- Diverte e cementa il legame fra i partecipanti alla “riunione”
- Crea tregua e alleanze con i propri “nemici”
- Costituisce una strategia di avanzamento socio-professionale
- Riduce il livello di aggressività latente
- Rinforza e preserva il senso morale all’interno della comunità
Spazio etimologico
Nel libro di Antonella Caforio, Riflessioni antropologiche sulle chiacchiere delle comari, si trova un interessante paragrafo dedicato all’etimologia di questo termine. In inglese gossip deriva da god-sib che si rifà al termine padrino. In italiano ha un’origine diversa in quanto deriva dalla parola peto. Il salto dal Padrino al peto fa sorridere ma ha origini profonde come sottolinea Gambetta . Il mafioso, è anche detto “omu de panza”, ovvero un uomo che sa mantenere molti segreti. ( Diego Gambetta Godfather’s gossip ” Archived europèennes de sociologie”)
Il pettegolezzo è mobile: l’evoluzione digitale delle voci di paese
Il fenomeno sopra esposto è significativamente diverso da quello di stampo voyeuristico tipico delle riviste di gossip. Se le vittime del gossip sono personaggi “famosi” tutto diventa più semplice. Il cosiddetto vip watching è uno sport molto praticato e remunerativo. Il servizio di “alert gossip” è offerto da siti di riviste e motori di ricerca. I dati rilevati da Nielsen e citati dal New York Times dicono che 4 clienti su 10 hanno utilizzato il servizio sms di Yahoo per notizie di spettacolo o riguardanti le celebrità. E la collaborazione dell’utente è ben accetta, c’è chi ci costruisce su un impero, come la Seesmic, società di San Francisco, che consente agli utenti di inviare immagini video catturate dal proprio smartphone e discuterne con gli altri utenti dopo la pubblicazione.
Il pettegolezzo portato all’eccesso rappresenta un meccanismo compensativo del vuoto derivante da scarsa autostima o da problemi di identità. Il che fa riflettere considerando che in un mondo dominato dalla crisi, le riviste di cronaca rosa viaggiano spedite e mentre molti giornali ridimensionano le loro redazioni e le loro tirature, loro continuano a vendere.
L’uso di app di gossip impazza nei device degli adolescenti. Vere e proprie armi di una guerra asimmetrica e anonima condotta a colpi di bullismo crudele contro i propri coetanei. Un’educazione civica perversa, o come la definisce Claudio Giunta, una nuova forma di pedagogia: invece di portare le persone all’altezza delle cose complesse, semplifichiamo le cose. “ Nessuno sforzo per capire cose o concetti difficili, per distinguere le cose serie da quelle che non lo sono, per sostituire un punto di vista comodo e banale con un punto di vista più complesso […] nessuno sforzo per imparare a scrivere o a leggere. Non occorre. State lì: scendiamo noi da voi.“