L’effetto del tocco sul cervello viene modificato dall’attenzione tattile dell’operatore


Nuovi studi dimostrano come l’effetto del tocco continuo sulla connettività funzionale del cervello viene modificato dall’attenzione tattile dell’operatore.

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Il Dipartimento di Neuroscienze e l’Istituto per le Tecnologie Avanzate Biomediche di Chieti-Pescara hanno condotto esperimenti estensivi, grazie ai quali la scienza ha finalmente messo nero su bianco quelle nozioni che sono la base di varie discipline olistiche bio-naturali. Come lo Shiatsu, una tecnica terapeutica della Medicina Tradizionale Cinese che affonda le radici in culture “vecchie” migliaia di anni come il Taoismo.

Il tocco è uno dei potenti canali di comunicazione che la Medicina Tradizionale Cinese usa per incentivare il nostro benessere emotivo e fisico. Chi pratica lo Shiatsu sa bene che il contatto da solo può stimolare sensazioni di benessere e scaricare tensioni. E un operatore preparato sa che la sua intenzione e la sua attenzione aiutano molto di più che il tocco da solo.

La letteratura scientifica contava già diversi studi sull’effetto del tocco e sull’influenza che l’attenzione del ricevente possa esercitare sul risultato. Ma questi nuovi studi hanno messo luce su quello che succede quando è l’attenzione dell’operatore ad essere osservata. E i risultati sono stati sorprendenti.

Gli studi di neuroimaging finora avevano dimostrato che il tocco gentile applicato alla pelle pelosa “stimola l’attivazione della corteccia insulare (corteccia interoceptiva) e della corteccia orbitofrontale in contrasto con la corteccia somatosensoriale primaria“.

 

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Questo tocco affettivo è mediato da nervi meccanosensori “lenti” chiamati fibre tattili afferenti C, che rispondono in modo ottimale a bassa velocità e a movimenti di forza minima come una spazzolatura delicata, ma sono anche sensibili alla temperatura e innescati dal tocco statico.

Già questi studi spiegano in termini occidentali come il tocco dello Shiatsu, che ha una qualità energetica materna e gentile, sia in grado di stimolare ed influenzare il sistema nervoso centrale. Quello che rimaneva da “provare” era l’effetto dell’intenzione, dell’attenzione consapevole dell’operatore sul ricevente, ingrediente base di qualsiasi disciplina olistica (e non).

I nuovi studi mostrano che la stimolazione di fibre afferenti (fibre che portano gli impulsi nervosi dai recettori sensoriali che si trovano in periferia verso il sistema nervoso centrale), attiva aree specifiche del cervello, ma soprattutto hanno evidenziato come il pattern di attivazione sia influenzato dall’attenzione del soggetto che amministra il tocco.

Durante gli esperimenti il tocco è stato praticato mentre l’operatore ha concentrato l’attenzione sulla sua percezione tattile o su un stimolo uditivo ripetuto. Il compito di attenzione tattile focalizzata eseguito dall’operatore consisteva nel deviare la sua attenzione verso la sensazione/percezione dalle mani. Cioè l’operatore doveva sentire il tessuto in termini di consistenza, densità, temperatura, reattività e motilità.
L’esperimento focalizzato sull’attenzione uditiva consisteva nel dirigere l’attenzione dell’operatore verso stimoli acustici (bip) erogati attraverso le cuffie.

Lo stato della connettività cerebrale di soggetti è stato osservato con la risonanza magnetica. L’analisi ha rivelato che “il prolungato tocco statico (almeno 15 min) applicato da un operatore impegnato con attenzione tattile focalizzata ha prodotto un significativo aumento di anticorrelazione tra la corteccia cingulare posteriore e l’insula destra, nonché il lobo frontale inferiore destro”.

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I risultati hanno mostrato che, se un particolare stato cognitivo dell’operatore è sostenuto nel tempo, è in grado di provocare effetti significativi nella connettività funzionale tra le aree celebrali del ricevente deputate ad elaborare il valore del tocco.
E che la comunicazione tattile interpersonale è un processo bi-direzionale che è influenzabile dalla modulazione cognitiva di entrambi i soggetti.

Niente di nuovo per chi studia materie vecchie migliaia anni, lo Shiatsu si pratica in uno stato di meditazione e connessione che coinvolge sia il ricevente che l’operatore. E un tocco prolungato e giustamente modulato, è in grado di aprire connessioni molto profonde, lo sanno tutti (gli operatori seri).

Questo studio (qui il link allo studio completo) è l’ultimo tra quelli che stanno gradualmente avvicinando il mondo della medicina olistica e quello occidentale della medicina allopatica. Due mondi che si servono di approcci completamente diversi ma che sono complementari, non alternativi. Come lo yin e lo yang 🙂

Quando contatti un sistema, non tocchi quello che sta in superficie, ma ció che sta in profondità.           ~ F.Bonanomi

 

G.Guarini

3 pensieri su “L’effetto del tocco sul cervello viene modificato dall’attenzione tattile dell’operatore

  1. Pingback: #Shiatsu: l’effetto del tocco sul cervello dipende dall’attenzione dell’operatore | ViVa Shiatsu, lo Shiatsu a Torino

  2. Molto interessante…..in parte verificato da me. Importante però secondo me, non enfatizzare e non pensare di poter fare qualunque cosa…….e ce ne sarebbe da dire. Comunque., sono felice di aver scoperto e letto questo articolo.

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